Ai miei occhi Vinchio e Vaglio Serra non è un’Azienda vinicola di 192 associati con 450 ettari di vigna, bensì una grande famiglia contadina dell’Alto Monferrato che ha scelto di condividere un progetto di vita che ripercorre nei secoli la storia della vite e del vino del proprio territorio. Una famiglia di quelle che la domenica si siede a tavola, tutti insieme, per raccontarsi le gioie e i dolori patiti durante la settimana, di quelle sempre pronte ad alzare il bicchiere di vino per brindare al piacere della convivialità e dell’amicizia. È facile riconoscere i suoi componenti, sono quelli con le mani grandi, che sfidano la fatica nei campi tutti i giorni. Sono inizialmente sospettosi verso le novità, ma generosi e affettuosi una volta che ti hanno conosciuto. Nei loro vini trovi tutto questo. Carattere distintivo, corpo muscoloso, genuinità di prodotto, piacevolezza nei sapori, intensità di gusto, rispetto per la natura e per l’ambiente. Essi si sentono custodi della tradizione e dei costumi del territorio; templari della “Barbera” e della sacralità del suo gusto.
E sì, perché questo è il territorio dove la “Barbera” esprime al meglio le sue caratteristiche di semplicità di beva e di complessità strutturale. Dove i sentori primari del vino si costruiscono giorno dopo giorno in un ambiente con caratteristiche pedoclimatiche uniche, su suoli calcareo sabbiosi, terre rosse e con pendii scoscesi.
Tra i vini che Tessa mi ha inviato, ho scelto di degustare per primi le annate 2015, 2016 e 2017 (quest’ultime due non ancora in commercio) di
SEI VIGNE INSYNTHESIS – BARBERA D’ASTI D.O.C.G. SUPERIORE
E per meglio apprezzarli ho scelto di cimentarmi con uno dei piatti della cucina Romana che un tempo si usava preparare per il pranzo della domenica.
SPAGHETTONI QUADRATI DI GRANO DURO CON INVOLTINI DI CARNE AL PROSCIUTTO DI NORCIA, CAROTA, SEDANO, PREZZEMOLO E PEPE BIANCO, IN SALSA DI PASSATA DI POMODORO SANMARZANO, FATTA IN CASA.
 
Rubino intenso e compatto con sfumature violacee, tipiche di una vivace Barbera. La progressione olfattiva apre con note di more e amarene sciroppate, più evidente la concentrazione di “créme de cassis” e prugne disidratate nell’annata 2015, su un tappeto di sentori di pepe nero e bacche di ginepro. Note tostate e di cioccolato iniziano ad avvertirsi anche nell’annata 2016 che sta per concludere il suo periodo di affinamento, e che ci sorprenderà per l’ampiezza del pentagramma gusto-olfattivo ancora in piena evoluzione. In bocca, la massa gustativa è di grande carattere, ancora non emerso completamente nei campioni 2017 e 2016, che hanno necessità di ammorbidire la trama tannica in rapporto alla piacevole freschezza e presenza alcolica già in grande armonia. Il 2017 ha le premesse di un grande vino, con profondità di gusto e di morbida eleganza nel corpo. La 2015, già pronta da bere, ha un sorso appagante che lascia spazio a una calda morbidezza e avvolgenza, a tannini più distesi e levigati, a sensazioni fresco- sapide e coinvolgenti ritorni olfattivi di frutta rossa sotto spirito e soffi di vaniglia. Questa selezione di uve dalle sei migliori vigne, ha donato a Insynthesis un tono elegante e affascinante, riscattando l’identità nobile della Barbera, da molti ancora considerata, a torto, la sorella povera della famiglia dei vini Piemontesi. Vendemmia manuale. Dopo 10 giorni di macerazione il vino sosta per 20 mesi in barrique nuove di rovere francese. Poi ancora un mese in vasche di cemento. Infine, affina in bottiglia per un anno prima di essere messo sul mercato.
Lasciato maturare in tranquillità e bevuto con il giusto abbinamento, è un vino di cui ci si innamora e di cui non se ne può più fare a meno.
 
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Roma 22 febbraio 2021
 
dott. Bartolomeo Roberto Lepori
Ordine Nazionale dei Giornalisti – Roma
tessera n. 137270
Sommelier A.I.S. 
Associazione Italiana Sommelier 
tessera n. 112666