Parole parole…parole !!!
— C’è un paese dove le persone parlano poco. In questo paese, per poter pronunciare le parole bisogna comprarle dalla Fabbrica delle parole e inghiottirle. Le parole più importanti, però, costano molto e non tutti possono permettersele. I bambini più poveri le cercano nei cassonetti o cercano di catturarle con il retino così la sera hanno la possibilità di parlare con i genitori e questo li rende felici. Un giorno il piccolo Philéas riesce a prendere tre parole, ‘’ ciliegia’’, ‘’polvere’’, ‘’seggiola’’, decide però di non usarle subito. Il giorno dopo è il compleanno della dolce Cybelle di cui è innamorato e vorrebbe dirle cosa prova ma non ha abbastanza soldi nel salvadanaio. Va a trovarla e le suona al campanello, quando lei apre le fa un gran sorriso, ma poi arriva Oscar che essendo ricco riesce a dirle le parole più belle. Philèas però decide di non arrendersi, prende coraggio e le dice le uniche tre parole che ha ‘’ciliegia…polvere…seggiola’’, a quel punto Cybelle si fa seria, gli si avvicina e gli dà un piccolo bacio sul nasino.
Philèas allora decide di tirare fuori quell’unica parolina che aveva trovato nel cassonetto e che aveva messo da parte per un momento veramente importante…la inghiotte….e la pronuncia a Cybelle…’’ancora’’. Scritta da Agnès De Lestrade e non so ma mi ha fatto riflettere molto. E se fosse così, se le parole si dovessero veramente pagare? Se le parole fossero cibo, un piatto di pasta per esempio, fatto con molti ingredienti, così prezioso e costoso, le butteremmo nella spazzatura? E se fossero acqua, vitale e indispensabile per la sopravvivenza, lasceremmo aperto il rubinetto? Se le parole fossero sangue, che può salvare la vita…le sprecheremmo? Le parole hanno un costo ed è un costo che paga sia chi le pronuncia, si chi le riceve. Il costo del coraggio o della superficialità nel pronunciarle o il costo delle conseguenze dopo averle pronunciate, il dolore la felicità la delusione o il senso di colpa. Pensate a un bambino che viene rassicurato ed elogiato per quello che fa, cresce con una autostima e con una sicurezza in se stesso che è difficile da scalfire. Potrà perderla per un attimo nei momenti difficili ma la ritroverà con facilità e sarà una persona che avrà fiducia in se stessa e negl’altri. Ora pensate allo stesso bambino che al contrario, viene vessato e umiliato, a meno che non sia dotato di una grandissima forza d’animo, molto probabilmente diventerà una persona totalmente insicura e remissiva, che non avrà fiducia in se e nel prossimo. Immaginate di essere un adolescente sovrappeso, immaginate di guardarvi allo specchio e di sentirvi inadeguati, immaginate di usare i vestiti non come oggetto per abbellirvi ma piuttosto per nascondervici dentro. Ora pensate di andare a scuola e dover convivere con persone che è questa l’unica cosa che vedono, il peso, non gli occhi, non la simpatia, non il cervello, ma il peso e lo rimarcano con parole come ‘’sei grassa, ‘’sei ciccione’’, ‘’fai schifo’’.
Adesso siete un adulto, un ‘’ti amo’’ vero, ti fa sorridere gli occhi, sa farti volare in alto, tu vali per il semplice fatto che una persona ti ama e si dà il caso che sia la stessa che ami tu. Che spettacolo giusto? Adesso immagina di amare una persona che invece il ti amo te lo dice tanto per. Un Ti amo detto così senza sentirlo, perde quella dolcezza propria dell’amore, diventa presuntuoso, diventa arrogante, pretende prestazioni troppo alte da raggiungere e tu corri, ti affanni, organizzi, dimostri fai ma non arriverai mai a toccare quel traguardo perché senza che tu te ne accorga si sposta ogni giorno di qualche centimetro, perché è un ti amo non sentito, detto per colmare un vuoto e tu in quel vuoto sprofondi. È un ti amo che non conosce il suo significato e non ti ama. Se lo sapesse non avrebbe così severe aspettative, non conoscerebbe ‘’sei brutta’’ o ‘’non sei abbastanza intelligente’’ o ‘’sai forse dovresti vestirti come la mia ex’’. Questi ti amo vestiti bene ma dentro falsi ti fanno sentire di non meritarli. E anche quando fanno parte di un passato che non vivi più, quando li ricordi, rimandano degli echi pazzeschi che sì, vengono da lontano ma ti fanno comunque traballare un pò. Alda Merini diceva ‘’mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire’’ io penso che mi piace di più chi sceglie con cura le parole da dire invece. Perché le parole dette hanno un costo o uno scotto, hanno un significato e non possono essere sprecate, usate, distorte, fraintese….buttate!! Le parole hanno un costo, anche le più semplici e vanno usate con cautela. Possono essere carezze, o possono essere schiaffi. Le parole segnano, le parole feriscono, uccidono, logorano, le parole cullano, curano, amano.
Le parole hanno un significato e questo ha un potere, quindi parliamoci chiaro…già parliamone, parliamo mai chiaro?