La Solitudine dei NUMERI PRIMI!

È un titolo che mi ha sempre affascinato e ora capisco perchè…calza a pennello. I numeri primi sono numeri interi divisibili solo per uno o per se stessi, grazie a loro tramite la moltiplicazione si possono costruire tutti gl’altri numeri interi.

Ci ho messo un mese per scrivere questo articolo, l’ho smontato e rimontato non so nemmeno quante volte, quando andavo a rileggerlo ci trovavo sempre un pò di risentimento dentro. Perché quando si affronta questo discorso si rischia sempre di cadere nel cliché dell’uno contro l’altro e non era questo che volevo:

Emmeline Pankhurst 1858-1928 organizzò il movimento delle Suffragette nel Regno Unito e fondò il Women’s Franchise League che sosteneva il suffragio sia per le donne sposate che non.

Amelia Earhart 1897-1939 è stata una pioniera del volo, la prima donna a sorvolare l’Atlantico e la prima persona in assoluto ad aver attraversato sia l’Atlantico che il Pacifico.

Rosa Parks 1913-2005 è stata un’Attivista per i diritti civili nota per il boicottaggio dell’autobus di Montgomery, collaborò con Martin Luther King Jr e Edgar Nixon per combattere le segregazione razziale.

Coco Chanel 1883-1971 stilista francese che rivoluzionò il concetto di eleganza e stile nella moda femminile

Grace O’Malley 1530-1603 rivoluzionaria e pirata irlandese sfidò l’ideale dell’epoca secondo cui una donna avrebbe dovuto tenere un certo comportamento per essere ritenuta tale.

Rita Levi Montalcini 1909-2012 neurologa, senatrice a vita italiana, premio Nobel per la medicina, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze.

Margherita Hack 1922-2013 astrofisica e prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia.

Valentina Tereskova 1937, è stata la prima donna a viaggiare nello spazio.

Simone De Beauvoir (1908-1986) scrittrice, filosofa, insegnante e madre del femminismo.

Eleanor Roosevelt (1884-1962) politica e attivista per l’ampliamento del ruolo delle donne sul lavoro

Queste sono alcune delle donne che hanno combattuto per l’emancipazione femminile, ognuna di loro ha contribuito a dare a ognuna di noi delle possibilità in più oggi. Ognuna di loro ha contribuito ad aprire nuove strade. Una donna era una proprietà della famiglia prima e del marito scelto per lei poi, non poteva studiare e acculturarsi se non quel tanto che bastava per essere un buon partito, nasceva per essere madre e moglie, non poteva aspirare ad altro. Una donna oggi, ha le stesse possibilità lavorative di un uomo, lo stesso stipendio e non viene discriminata per il genere a cui appartiene. È rispettata in quanto persona, non viene giudicata dall’aspetto fisico o dal gusto sessuale, non ha bisogno di alzare la voce per farsi sentire. Non viene più uccisa, stuprata o picchiata. È una bella favola da raccontare giusto? Invece nonostante quelle donne e molte altre hanno combattuto, nonostante sulla carta oggi molto viene riconosciuto, nei fatti non è proprio così. Esistono ancora ingiustizie enormi nei confronti della donna, delle disparità e quello di cui vorrei scrivere è quello forse meno considerato, perché non è di fatto una violenza o una discriminazione, è qualcosa che è ancora intrinseco nell’animo umano e che avrà bisogno di tempo, molto credo per trovare risoluzione. La solitudine a cui una donna indipendente spesso va incontro. Quando tutte le donne citate sopra hanno combattuto, lo hanno fatto per regalare alle donne future una semplice piccola cosa, la possibilità di scegliere, la libertà di decidere chi essere o non essere. Ci hanno regalato l’indipendenza. Non è però una cosa così scontata. Benché troviamo donne al potere, donne che ricoprono cariche importanti, lei è ancora considerata il sesso debole, viene cresciuta con l’idea di dover essere la metà di qualcun’altro per essere completa, essere una buona moglie e una buona madre, esistono ancora realtà in cui l’istruzione non è prevista per le ragazze, viene ancora giudicata strana se a una certa età non ha messo su famiglia. L’indipendenza che ci è stata donata è ancora dannatamente difficile da ottenere e mantenere, tanto che oggi, una donna indipendente crea timore. Una donna indipendente è ancora l’eccezione. Allora vorrei provare a mettere in ordine dei concetti spesso fraintesi, l’indipendenza di una donna è quasi sempre frutto di una lotta, causata dal desiderio di avere le stesse possibilità, o dalla necessità di sopravvivere, ma il fatto stesso che la donna ha dovuto lottare per averla le dà la consapevolezza di sapere bene cosa vuole ma soprattutto cosa non vuole, già questo è un tassello importante nelle dinamiche che si creano intorno a una donna che decide di riprendere in mano la sua vita. Una donna che sa cosa vuole, di fatto non è controllabile. É una spinta che viene da dentro verso qualcosa di intimo e carnale, che non tutte hanno e va bene così, ma chi la sente, una volta che l’ha trovato non lo lascia più. Chi l’aveva perso e lo ritrova lo stringe a se ancora più forte. Prima di tutto è indipendente a livello economico, sa prendersi cura di se. Secondo poi, non ha bisogno di qualcuno per sentirsi completa, non si fa andar bene tutto, motivo per cui se ne va da situazioni che non la rendono felice, ha imparato ad ascoltarsi, a rispettare il proprio pensiero e non ha paura di esporlo. Una donna indipendente è libera dalla paura dei giudizi altrui, è intuitiva e selettiva. È una condizione a cui arriva con fatica, ma non ha paura di chiederti di restare perché per lei sei un valore aggiunto e non a compensazione. Mi viene da pensare a una frase che sento spesso ‘’non sei gestibile’’ ed è sconcertante non trovate? Lo è perché per quanto possiamo aver fatto passi avanti in fatto di diritti ancora tra le caratteristiche che deve avere una donna per essere considerata considerabile a livello relazionale è il poter essere gestita e una donna che non lo è rimane spesso sola perché spaventa. Chissà perché ciclicamente ci viene propinata l’idea che una donna che vuole essere indipendente perda però la sua femminilità? Che una donna forte lo è nel non scendere a compromessi con la sua vita, lo è nel non rimanere incastrata in situazioni già appassite, lo è quando ti ama perché lo fa amandoti per quel che sei e non per quel che puoi darle, lo è perché la vita cerca di viverla utilizzando ogni singolo colore, ma non è che non si rompe, non è che non soffre. Una donna indipendente ha lo stesso desiderio di amore e di vita che hanno le altre, solo non perde se stessa per trovarlo, non gli corre incontro sperando di trattenerlo, aspetta che bussi alla sua porta con i bagagli pronti perché vuole restare. C’è una tale paura della solitudine oggi che inconsciamente la scelta ricade sul meno rischioso. Ci si plasma in base alle situazioni perdendo in giro pezzetti di Sé. Questo perché lo stereotipo secondo cui una donna dovrebbe essere arrendevole e gestibile c’è perché esiste quello per cui un uomo deve essere duro e aggressivo altrimenti non è uomo. Non vedete anche loro quanto sono confusi? Sono stereotipi vecchi, che sanno di polvere, dentro i quali non entriamo più allora forse dovremmo rompere gli argini e fare come i numeri primi, rimenere interi ed essere semplicemente quello che siamo.

Chi può dire cosa possono diventare le donne, quando saranno finalmente libere di essere se stesse?“ Betty Friedan