‘’La mia resilienza in un corpo morbido….e cazzimma!!’’

Nell’ultimo articolo ho parlato dei disturbi alimentari, di quali sono e le possibili cause, ho cercato di farlo nel modo più delicato possibile, mi sono documentata, ho letto articoli e interventi di psicologi, proprio perché non ne ho una conoscenza personale e non avevo una testimonianza diretta che mi aiutasse a capire le dinamiche dietro a tali disturbi. Successivamente mi è capitato di vedere un video e di conoscere, mi permetto di dire fortunatamente, la protagonista di quel video. Marianna Lo Preiato, presidente dell’associazione Curvy Pride, costituita insieme alla sua migliore amica Simona. Le conosco entrambe in video chiamata una domenica mattina e posso dire con certezza che è stato un incontro illuminante. Spiego che vorrei poter scrivere un articolo su di loro e sul significato di trasformare un evento negativo in qualcosa di positivo e loro mi danno completa disponibilità. Quando chiudo la telefonata ho una miriade di emozioni dentro e cerco di metterle subito su carta per non perderle. Il passo successivo è quello di leggere il libro scritto da Marianna ‘’LA MIA RESILIENZA IN UN CORPO MORBIDO’’ per capire meglio chi è e cosa l’ha portata dov’è ora. Marianna è una donna forte, una donna realizzata, ha un’attività, un marito e una figlia che adora, è una di quelle persone che quando ci parli, ti trasmettono calma, una sorta di pace che mi è già capitato di trovare in altri incontri e di solito con persone che hanno fede in Dio, raramente l’ho trovata in persone con un passato come il suo, poi ho capito che era proprio come avevo ascoltato nel video, lei una fede ce l’ha, fede in se stessa. La fede di chi è stato all’inferno e con le proprie forze ne è uscito. Si perché quando la vita ti mette davanti a certe prove e tu da sola riesci ad affrontarle e a imparare qualcosa di prezioso per te stesso, è questo tipo di sensazione che poi emani, la consapevole serenità di chi è in grado di affrontare qualsiasi cosa perché il peggio della vita l’ha già visto. Ma facciamo un passo indietro, chi è Marianna? E’ una bambina nata nella carnalità e nel calore di Napoli, ma quel calore rimaneva fuori dalla porta di casa sua perché sua madre, la madre che avrebbe dovuto proteggerla, rassicurarla e crescerla come una madre amorevole fa, era tutto il contrario. Marianna infatti quando apriva la porta di casa, non era la cura e l’amore di una madre che trovava, ma il disagio, il rifiuto e il dolore di essere figlia di una donna che non ti vuole. É una bambina che quello che impara sull’amore lo impara dalla nonna, quello che sa della femminilità lo sa grazie a una donna trans che le impara con amore e grande dignità a lottare per diventare quello che vuoi essere anche se dentro un corpo che non ti senti. Vive un’infanzia e un adolescenza tutt’altro che serena, si spostano spesso a causa del lavoro del padre che a modo suo è l’unico genitore che le dà un certo grado di sicurezza. L’esperienza del rifiuto della madre è costretta a riviverla anche a scuola dove viene bullizzata perché del sud e per il suo aspetto fisico. Si trasferisce a Bologna a diciotto anni e li cerca di crearsi una propria strada. É un percorso pieno difficoltà, ma conosce gente nuova, persone che diventano poi delle amiche vere che ci sono per lei e lei c’è per loro, Simona è una di queste. Marianna in questa città così diversa dalla sua bella Napoli, continuerà a fare i conti con il senso d’inadeguatezza che la madre le ha lasciato, ma farà conoscenza con dei lati di se stessa e del mondo che la circonda che la aiuteranno a diventare la donna che è. C’è un passaggio del libro che ho riletto più volte e che è il riassunto preciso di tutta la storia e di come lei abbia trovato in qualche modo tra una ferita e l’altra la forza di reagire ‘’la mia naturale curiosità mi ha permesso di reagire e d’imparare quello che non mi hanno insegnato i miei genitori, guardando il mondo che mi circonda. Ho scoperto così un bel mondo variopinto, fatto di cose che io non avevo neppure mai sentito nominare, come la frittata di zucchine, la ciambella al cacao, i calzini spaiati da utilizzare la notte, i regali sotto l’albero, il bacio della buona notte e tutto quello che vive una famiglia regolare […] Morale della favola, ho conosciuto un uomo che è diventata una donna e ho vissuto una vita da nomade sperando in una famiglia piena d’amore, sono stata lo scarafaggio brutto che però ha partecipato a un concorso di bellezza. Arrendersi? No, arrendersi non è mai stata un’opzione contemplata’’. Marianna dentro di se ha voglia di casa e di famiglia, quella famiglia che lei non ha mai avuto e quando conosce l’amore della sua vita questa necessità diventa ancora più forte ma anche lui per un periodo sarà fonte di dolore che la porterà a fare i conti con la bulimia. Tutta questa ricerca sfiancante di amore che non fa altro che danneggiarla e culmina sempre con un freddo rifiuto finisce quando lei capisce che deve bastare a se stessa. In un negozio dove lavorava come commessa comprende che Marianna non è il rifiuto di sua madre, non è lo scherno dei compagni, non è l’essere trascurata dal marito ne la taglia di reggiseno o di abiti che porta, Marianna è Marianna, è bella per quello che è e ha diritto a essere amata. Sembra una sciocchezza, ma quando smetti di guardarti con gli occhi intransigenti degli altri e smetti d’indossare i pregiudizi di chi incontri piano piano anche il loro modo di guardarti cambia, e se non cambia devi semplicemente allontanarti tu. Trova il coraggio di aprire un negozio curvy e questo diventa un punto di ritrovo per le amiche e per quelle clienti che poi nel tempo lo diventeranno perché il divano bianco dentro il suo negozio è come il divano di casa quando accogli un amica. Quelle donne, lì, si fidano e si confidano ed è grazie anche a loro se lei conosce e ama sempre di più se stessa. Marianna finalmente, dopo le montagne russe che è stata la sua vita fino a quel momento, ha imboccato una strada che la fa sentire appagata e cavalcando quest’onda insieme alla sua carissima amica Simona che lei chiama ‘’la mia Simona’’ da inizio al movimento Curvy Pride che poi diventa un’associazione. ‘’Curvy Pride promuove la cultura della pluralità dell’essere, è contro ogni forma di bullismo, stereotipo e discriminazione, è incubatore di progetti e acceleratore di talenti’’ così è scritto nella presentazione, ma soprattutto Curvy Pride, dopo che le ho sentite parlare è comprensione, è cura, è rispetto….è casa. La cosa curiosa che mi dice Simona è che dopo che una persona si iscrive all’associazione, riesce a fare quei passi avanti che tanto avrebbe voluto ma che non riusciva a fare, a testimonianza del fatto che quando ti senti protetta, con le spalle parate, anche il tuo atteggiamento nei confronti della vita cambia. A testimonianza del fatto che nonostante tutte le sofferenze, noi non diventiamo nient’altro che quello che scegliamo di essere. Curvy Pride ha iniziato un secondo contest ‘’DILLO A CURVY PRIDE 2’’ dove chiunque può partecipare semplicemente inviando, anche in maniera anonima un racconto di vita di qualsiasi tipo, di massimo 3000 parole, a dilloacurvypride@gmail.com. Verranno poi raccolte come nel primo contest in un libro. Perché aprirsi e raccontare ci fa sentire meno soli. Altre informazioni sull’associazione potete trovarle sulla pagina facebook Curvy Pride , instagram @curvypride_official o sulla pagina web www.curvypride.it.