Il NARCISISTA PATOLOGICO !!!
—————- Fanno ancora discutere le dichiarazioni di Nathaly Caldonazzo sul narcisismo patologico di Alex Belli. Se da un lato e’ arrivata la difesa della fedele Soleil, e Alex pensa di usare l’arma della diffida; dall’altro Nathaly non ha arretrato nemmeno di un millimetro dalle sue parole, consapevole di avere fatto un’analisi dettagliata e centrata. La sicurezza dell’attrice, non deriva certo da una laurea in psicologia, ma dalle ferite ancora aperte lasciate da esperienze pregresse.
Per chi ha avuto la sfortuna di cascare nella ragnatela del narcisista patologico, e la fortuna di rinsavire e uscirne, è impossibile dimenticare certi dettagli e determinati segnali. Ogni indizio accende una miccia di sofferenza e, di conseguenza, rabbia.
In ognuno di noi e’ insito quel pizzico di narcisismo che non fa male a nessuno, perché espressione di una sana consapevolezza di se stessi, per cui gioiamo dei nostri successi con gli altri e non sulla pelle degli altri. Il narcisista patologico, invece, ha un marcato senso di superiorita’, usa gli altri per confermare la propria grandezza e non ha alcuna empatia.
Ha un bisogno costante di affermare se stesso, e per farlo manipola e calpesta chi gli sta attorno. Chiunque entra nella sua sfera ha solo la funzionalità di farlo sentire desiderato, apprezzato e migliore.
In amore e’ un cacciatore professionista; una volta individuata la preda la travolge di attenzioni e romanticismo, per poi isolarla da famiglia ed amici, e minarne l’autostima con giudizi e critiche. Per saziare la fame di adulazione, non guarda in faccia a nessuno, e senza alcun senso di colpa calpesta sentimenti e rapporti. Davanti alla sofferenza del partner, per coprire le mancanze di rispetto ed i tradimenti, gioca in attacco, nega l’evidenza e condiziona reazioni ed opinioni.
Chi finisce nella sua trappola, diventa insicuro, è frastornato dalle bugie, e completamente schiacciato dalla personalità egocentrica e arrogante. Sono rapporti che lasciano segni indelebili, ferite che non si rimarginano, e una continua paura di essere nuovamente manipolati affettivamente.
Al primo campanello d’allarme, l’unica via di salvezza e’ fuggire senza mai guardarsi indietro.