Dico basta e prendo spunto da questo ultimo evento televisivo appena concluso.
Quando si smetterà di fare carriera con il posteriore degli altri?
Quando si smetterà di proporre questi gay con le voci in falsetto, i modi femminili o i look da baraccone?
Sono un senior gay felice della mia vita e che vivo con serenità.
Mi piacciono gli uomini e piaccio agli uomini: ci facciamo la barba, indossiamo abiti trendy e formali, le camicie e le cravatte, utilizziamo creme di bellezza e andiamo nei beauty center.
Ho costruito la mia carriera con molta fatica e professionalità: quando facevo un colloquio non mi presentavo con nome cognome e orientamento sessuale, dicendo sono gay, ma dimostrando il mio know how professionale.
Non ho scelto di essere gay come ha detto uno pseudo direttore di un giornale, l’omosessualità era ed è nel mio dna.
Dio solo sa quante ne ho dovute passare: si parla tanto di bullismo oggi e molto ne ho dovuto subire e vivere sulla mia pelle e anima.
Sono nato a Roma, da una famiglia modesta, in una delle tante periferie dove essere diverso era non conformarsi alle regole di quartiere, un linguaggio diverso o scegliere un colore di una maglia, avere un amico del cuore, tutto ciò ti faceva essere diverso e tagliato fuori.
Sono arrivato al punto di non avere più amici in quartiere ed essere deriso e aggredito verbalmente in ogni strada dove passavo, continuando a tormentarmi sul perché.
Ho continuato ad andare a scuola con molta fatica psicologica, prendendo la licenza media, la maturità classica, una laurea e un master, e nel frattempo lavorando (ne ho fatti tanti e onesti) perché i miei non potevano permettersi di pagarmi gli studi.
C’è voluta molta psicoanalisi per diventare quello che sono e che valgo oggi.
Amo i miei genitori anche se non hanno saputo leggere e comprendere quello che mi accadeva: loro sono gli affetti più importanti.
Non ci sto più ad assistere o leggere quello che è sotto gli occhi di tutti: la vita privata non deve entrare nel pubblico ed essere motivo per entrarci dalla porta principale per fare il proprio business economico.
Mi sento offeso da tutto ciò vedo e leggo e che trovo irrispettoso verso tanti uomini che come me vivono la propria omosessualità con serenità: se mi invitano ad una conferenza o per moderare un dibattito non inizio a presentarmi dicendo sono gay.
Se qualcuno alla fine mi intervista e mi chiede del privato, se sono sposato, se ho figli, rispondo che sono separato dal mio compagno e senza figli.
Perché si credo nel matrimonio e purtroppo tutte le unioni possono correre il rischio di un divorzio quando le strade della coppia non corrono più parallele.
Basta con questi pagliacci!
Basta fare carriera con il dietro degli altri che abbiamo dato molto dal punto di vista emotivo! Basta con le situazioni create ad hoc per tutti questi gay atterrati nello show business con le vocine in falsetto e look improponibili!
Italiani sveglia!
Anonimo Gay