Il dr. Alberto Armellini, amico e Medico personale del Maestro, ricorda il grande Artista a 8 anni dalla sua morte!

 Ho conosciuto Franco, nell’estate del ’77, avevo 6 anni, l`ho incontrato di nuovo nell’86 e da allora non ci siamo mai lasciati. Sono diventato suo amico, suo medico personale, ci siamo vissuti quotidianamente, l’ho seguito in tutta Italia nei teatri pieni che applaudivano la sua Arte e negli ospedali. Siamo stati Amici nel tempo brutto e nel tempo bello. Sono stato l’ultimo a vederlo vivo ed il primo a trovarlo morto. Il 30 marzo 2013 eravamo insieme, fino al capolinea !!!.

Non c è dubbio, Franco Califano, il Maestro, occupa ed occuperà un posto di primissimo rilievo nell’ambito della musica. E` stato playboy, attore di fotoromanzi, di cinema, autore di brani di immenso successo come La Musica è finita…, E la chiamano estate… Minuetto, ha scritto per i migliori e le migliori come Mina, Vanoni, Mia Martini, Peppino di Capri, Bruno Martino, Patty Pravo ed altri. E`stato talent scout: ha scoperto, “inventato” e prodotto I Ricchi e Poveri. Cantautore immenso che ha scritto le pagine più belle della canzone italiana per più di 50 anni, dai Vianella negli anni 60 ai Tiromancino, e sul campo si è meritato il titolo di poeta e filosofo  sugellato da una laurea ad honorem in una Università di New York.

 Molte sue composizioni hanno raccolto un successo straordinario e ancora oggi sono cantate da ragazzi giovanissimi che probabilmente non hanno fatto in tempo a conoscerlo, ma lo amano perchè in fondo l’Arte, quella vera, non muore mai e resta li a tenerci compagnia.
Franco è stato un Uomo-Artista completo, affascinante, versatile, spavaldo, dalle mille sfaccettature con una grande passione per tutto ciò che riguarda il bello ma soprattutto verso le donne che ha amato e cantato come nessuno.

Il Maestro Califano ha precorso i tempi e molti titoli delle sue canzoni, sono espressioni costantemente utilizzate nel parlato quotidiano e dai giornali come : La Musica è finita…., E la chiamano estate….Tutto il resto è noia…

E’ stato poeta e cronista dei sentimenti, ha cantato L’Amore, la malinconia, la solitudine, l’amicizia, l`abbandono, l’indifferenza e  temi sociali come alcolismo e droga.

Ha cantato la sua Città, Roma, come nessuno, ha portato il dialetto Romano fuori dal raccordo anulare e lo ha fatto amare in tutta Italia da Lampedusa a Bolzano. Le canzoni di Califano in dialetto, non erano cartoline che parlavano di cupolone, fontanone, colosseo e pupi biondi, ma vere e proprie poesie in musica che parlavano di Vita, quella vera.

La sua vita è stata una grande avventura, raccontata dalle sue canzoni, dai suoi libri e dalla cronaca. Il Maestro ha avuto tante vite, hanno tentato invano di distruggerlo ma ha resistito, è tornato sempre più forte e amato di prima, e sempre abbronzato e con il sorriso.

E’stato arrestato due volte, la prima nel 1970 in un processo che vedeva coinvolti anche Walter Chiari e Lelio Luttazzi, la seconda volta nel 1983 insieme ad Enzo Tortora. E’ stato assolto entrambe le volte con formula piena, perché “il fatto non sussiste”. Il suo rammarico? non aver mai avuto un processo a nome suo, nonostante gli anni di detenzione. La sua forza è stata anche quella di ironizzare sulle tragedie.

Dopo la prima carcerazione decise di iniziare a cantare le sue canzoni ma volle mettere un sigillo sul suo passato di autore per altri. Nel ’73 vinse come autore San Remo con Un grande amore e niente più cantata da Peppino di Capri., vinse Festivalbar con Minuetto cantata da Mia Martini , e fu autore di un album intero per Mina: Amanti di valore, considerato dalla critica fra i migliori dischi mai incisi dalla più grande cantante italiana di sempre.

Il Maestro era molto fiero dell’uomo che era , perchè è riuscito a dimostrare a tutti ciò che un Uomo Vero può sopportare, senza mai perdere l’equilibrio, senza piangersi addosso, senza fare pena, senza vendersi alla politica ma sempre con forza e dignità e sempre con il sorriso che ha resistito a mille attacchi  e a ogni maledizione senza mai trasformarsi in smorfia di dolore.

Conosceva a fondo la vita in tutte le sue sfaccettature e ne era consapevole. Il suo bagaglio di esperienze era infinito e lo metteva a disposizione dei giovani , accogliendoli fra le sue amicizie e regalando loro sempre validi ed utili consigli.

All’inizio il personaggio Califano estroso, bello. affascinante, esagerato. amante della notte, della dolce vita, delle macchine fuori serie e delle belle donne ha oscurato l’Artista, che negli anni però , come diceva Lui stesso, ha messo la freccia e superato il personaggio riempiendo teatri, vendendo milioni di dischi e riscuotendo successi su successi in tutta Italia.

Ricordo serate memorabili al Sesto Senso sul Lago di Garda, al Covo di Nord Est a Santa Margherita Ligure, la mitica doppietta nella stessa serata alla Bussola prima e alla Capannina poi, per non parlare delle serate a Capri, Ischia, Taormina, al teatro greco di Siracusa, Amalfi, Positano, Cortina e via dicendo. Ricordo i teatri più belli e famosi d`Italia pieni inneggiare il suo nome, ridere alle sue battute e commuoversi alle sue canzoni. 

Ricordo la sua casa, che Lui definiva un porto di mare , sempre illuminata ed aperta ad accogliere con vitto, alloggio, lavatura e stiratura l`amico di turno in difficoltà.

Ricordo l`ingratitudine di tanta gente che ha aiutato. Ma il Maestro andava oltre volava troppo in alto.

Ricordo un grande Amico, un Uomo buono, generoso e perbene, un grande Artista sempre disponibile per il suo pubblico. Non ha mai negato un autografo a nessuno.

Ricordo il suo ultimo concerto al Teatro Sistina 20 giorni prima che morisse. Il Sistina era pieno in ogni ordine e grado.

Ricordo il sorriso che aveva quel sabato che ci ha lasciato, il 30 marzo di 8 anni fa, quando io e la mia fidanzata Marika, poi diventata mia moglie, siamo andati a casa sua per cenare insieme. Quando ci ha accolto era in forma, elegante, profumatissimo come sempre ed il sorriso era un sorriso di pace, di tranquillità, di serenità. Io e Marika abbiamo avuto l`onore di stare con Lui fino all`ultimo.

Ricordo un mare di gente in fila al Campidoglio per l`ultimo saluto, la sua gente, il suo pubblico la sua Roma che aveva capito  e amava la grandezza, la verità e la coerenza di Franco Califano.

Miscelando la sua Arte con la sua Vita, il Maestro ha attraversato 50 anni della musica e della storia Italiana, lasciando un segno originale, ineguagliabile ed indelebile, attraverso brani senza tempo che il pubblico ha amato, ama e mai dimenticherà.