FantaSanremo e Papalina
————— La novità del Festival di Sanremo e’ che finisce ad un orario umano; uno spettacolo leggero, che scivola via senza che lo spettatore sfiancato si ritrovi a sonnecchiare sul divano come gli anni precedenti.
La seconda serata ha confermato che c’e’ un mondo parallelo che sta prendendo il sopravvento sulla gara canora. Il FantaSanremo, tra papalina, batti cinque, ringraziamenti all’orchestra, outfit monocromo, e saluti alla zia Mara, sta dominando dentro e fuori l’Ariston. La competizione tra gli artisti e’ palpabile, la posta in gioco e’ alta; tra i cantanti ormai e’ guerra aperta a chi fa guadagnare più punti ai fan. Non si gareggia piu’ per conquistare il podio di Sanremo, ma a chi alza piu’ il tiro in onore del gioco più divertente e accattivante dedicato al Festival della canzone italiana.
E’ stata la serata dei figli di Maria De Filippi forti della fanbase conquistata ad Amici, del Girl Power con Emma e la direttrice d’Orchestra Francesca Michielin, e Donatella Rettore con Ditonellapiaga, della versione funky dei Coma_cose di Highsnob e Hu, della supremazia artistica di Elisa, delle stonature di Tananai, della tenera emozione di Matteo Romano, del capello cotonato di Irama, del cantautore di qualita’ Giovanni Truppi, della quota rockettara delle Vibrazioni, della standing ovation per Iva Zanicchi, di Fabrizio Moro che interpreta Fabrizio Moro.
Ad infiammare i social c’ha pensato il dissacrante Checco Zalone. Se gli sketch sui rapper di ultime generazione con la hit “Poco ricco”, e sui virologi, meteore del piccolo schermo, con la canzone “Pandemia ora che vai via”; hanno centrato il bersaglio di far fare grasse risate ai telespettatori; la favola LGBTQ+ ambientata in Calabria ha avuto piu’ di una nota stonata di troppo.
La potenza del monologo sul razzismo di Lorena Cesarini ha spiazzato tutti. La seconda Dea di Sanremo e’ attrice, conduttrice, modella; ma si presenta sul palco emozionatissima, fragile e timida. Le sue parole sul razzismo vanno dritte al cuore. Parla di libertà dai pregiudizi e dalla violenza verbale, ad un paese che sembra aver dimenticato la ricchezza di una società cosmopolita.
Per non dimenticare: Ciao Monica, regina del cinema italiano!