Ermal Meta e la sua STORIA a Verissimo
——— Maria Vittoria CORASANITI ——-
Ermal Meta è uno dei cantautori che attraverso la sua musica e la sua voce, Regala emozioni vere e arriva dritto al cuore. Ospite del programma “Verissimo” di Silvia Toffanin, ha presentato il suo nuovo singolo “Milano non esiste” ed ha parlato della sua vita, dei suoi ricordi, del suo viaggio dall’Albania fino in Italia e del suo nuovo tour. Ermal non vede l’ora di ricominciare a vivere pienamente la vita, come lo si faceva prima della pandemia. Alla domanda su come sta attualmente, ha risposto:
“Bene, in attesa di ricominciare a vivere pienamente, come penso tutti noi. Parlo ovviamente di concerti, di appuntamenti con i fans, parlo di fare l’attività a me più cara: i concerti. Parlo anche poi di vita quotidiana, di quella di cui una volta non ci rendevamo conto, cioè la normalità, però poi alla fine quando l’abbiamo persa ci siamo resi conto tutti che la normalità è una cosa veramente molto preziosa. Prima si diceva: ma si una cosa normale! Addirittura utilizzando il termine per definirla una cosa mediocre, in realtà poi ci siamo resi conto che la normalità è una cosa sacra. È una cosa sacra perché ti permette di riallinearti Ogni giorno con te stesso, di scegliere ogni giorno che cosa è più giusto per te e per le persone che hai intorno. L’abbiamo un po’ persa questa cosa qui, però con grande fatica, tutti insieme e speranza si aspetta l’anno prossimo e si spera di poterla finalmente riconquistare questa tanto agognata normalità che sono due anni che ormai manca”.
Quest’estate il cantautore si esibito in uno stadio a Tirana, la terra in cui è nato. Per lui è stata un’emozione fortissima, ed è andato indietro nel tempo, quando a soli 13 anni ha dovuto lasciare l’Albania con la sua famiglia per trovare fortuna in Italia.
“Ho fatto un concerto a Tirana, la prima volta che suonavo in uno stadio, l’emozione è stata veramente tanta. È stata tanta perché sai il primo concerto che ho fatto a Tirana risale a tre anni fa, e quando me ne sono andato via di li (si riferisce a quando aveva 13 anni ndr.), sono andato via in un silenzio incredibile ma ricordo quella notte lì, avevo 13 anni e ricordo che sentivo nelle orecchie, esattamente dentro le orecchie, il rimbombo del battito cardiaco talmente tanta era l’ansia. C’era un silenzio tombale e sentivo solo questo. Quando poi ci sono ritornato in quel modo, mi hanno consegnato le chiavi della città e, sono salito su un palco, nelle orecchie avevo la mia musica, quella che stavo cantando in quel momento, è stato incredibile. È stato veramente incredibil, mi vengono i brividi anche adesso, era veramente bellissimo”.
Quella di Ermal Meta è una storia di riscatto, di un piccolo sognatore che dopo tanti sacrifici, dopo aver percorso tanta strada, ha raggiunto il successo, è riuscito ad entrare nel cuore del pubblico italiano. È molto legato alla sua famiglia, ama in un modo incondizionato i suoi fratelli. La mamma per lui è stata una grande maestra, è grazie a lei che i suoi fratelli sono molto uniti. Il suo destino è cambiato quando la musica ha bussato alla porta della sua cameretta e del suo cuore. È proprio così poiché tutto è iniziato quando un suo amico gli ha regalato una chitarra, per trascorrere il tempo mentre Ermal era costretto a stare a letto a causa di una caviglia rotta. Da quel momento in poi non ha più abbandonato lo strumento, ed ha iniziato a comporre le prime canzoni. Lui ama definirsi operaio della musica, ha scritto molte canzoni di grande successo a tanti colleghi, poi è toccato a lui salire sul palco dell’Ariston, quell’esperienza segnato il suo successo. Ermal ha sempre affidato alla musica il suo universo sentimentale. Silvia Toffanin gli chiede come si sente da neo quarantenne:
“Avrei voluto avere 38 anni ancora! No in realtà mi sento bene, insomma sai ripensando ai miei ultimi anni anche solo 6- 7 anni fa, se qualcuno mi avesse detto sai che sarai davanti a Silvia Toffanin un giorno a raccontare la tua vita, a guardare quelli che per te sono stati dei successi avrei detto: ma tu sei matto! Non gli avrei mai creduto, è stato ed è un viaggio bellissimo. Sicuramente non è facile, è un viaggio difficile questo, perché sai della musica si vede soltanto quello che poi arriva sul palco, però dietro ci sono un sacco di altre cose che non si vedono. Per poter scrivere in qualche modo ti devi scardinare dentro, a volte ti fai anche molto male. Le canzoni sono dei fiori, quando vengono fuori però molto spesso le loro radici sono molto amare, restano qua dentro e non si possono vedere però fanno male. Però ci convivi, nel senso che ti rendono anche più forte, cioè ciò che non ti uccide ti fortifica lo dice anche il saggio. Alcune cose fanno male, altre vagano nelnell’iperspazio, altre cose ogni tanto mi vengono a bussare, però quando decidi di fare il musicista decidi di aprire il tuo stomaco totalmente. Ecco io non avevo capito che doveva essere così, fino a qualche anno fa non avevo capito. Pensavo che bastasse planare in superficie ed a volte è sufficiente, però c’era qualcosa che non funzionava e non arrivavo alle persone. L’ho pensato un giorno per caso, ho detto ma perché non mi si fila nessuno? Magari non valgo o forse non do qualcosa che vale e, ho pensato che alle persone devi dare qualcosa di vero. Quello che è vero è quando te lo togli da te per darlo a qualcun altro. Fa per forza male perché è una parte di te e quando l’ho fatto è successo un miracolo, ed ho cominciato a strappare pezzi di me piano, piano, piano e la gente mi ha voluto bene, però ogni cosa ha un costo poi”.
Come ricorda la Toffanin, la verità ha permesso ad Ermal Meta di entrare nel cuore delle persone. Attraverso le sue canzoni abbiamo conosciuto la sua personalità, le sue fragilità e le sue sofferenze, e tutti hanno iniziato a valorizzarlo.
“Certo, meno male che è stato così, meno male che quel giorno mi sono svegliato diversamente da tutti gli altri giorni”.
Non ha mai voluto diventare papà, poiché a lui è mancata questa figura, però oggi nutre un ripensamento.
“Ho pensato per tanto tempo di non voler diventare padre, perché non avrei mai voluto correre il rischio che un bambino potesse pensare di me quello che ho pensato da sempre di mio padre e quindi avevo molta paura di questa cosa. Da un po’ di tempo qualcosa dentro di me è cambiato, dico forse non lo so così ti direi di sì, quando non lo so!”
Per ora la sua unica concentrazione e dedicata alla musica e al suo nuovo tour.
“Incomincio Dal 26 Febbraio, poi faccio un giro lunghissimo, il 26 Febbraio a Jesolo, poi sarò a Milano, Roma, Bologna, Torino, un sacco di città. Sono ben 26 concerti, se ne aggiungeranno anche altri in verità. Suonerò un pò in giro per tutta l’Italia, Sto preparando qualcosa di particolare, perché sto riarrangiando in una chiave completamente diversa tutte le canzoni che andranno a comporre questo tour. Insomma io non vedo l’ora di iniziare, sono sicuro che chi verrà questi concerti rimarrà sicuramente molto colpito ma anche molto sorpreso”.