Ad OGNI AZIONE una CONSEGUENZA…. NESSUNO ESCLUSO.

Gabriel Garko protagonista della copertina di un noto settimanale, in una lunga intervista con tanto di foto posate, racconta come è cambiata la sua vita dopo il coming out fatto al GF Vip davanti alla “finta” ex fidanzata Rosalinda Cannavò.

Un vaso di Pandora aperto dal quale sono fuoriuscite notizie, dichiarazioni e fatti che hanno attirato l’attenzione non solo dei giornali ma anche degli inquirenti che hanno voluto far luce sul caso “Ares- Gate” , che Garko riteneva un capitolo chiuso: “E’ assurdo che la vita mi riporti, in continuazione, al passato quando io ho solamente voglia di guardare avanti.”

Si, è vero tutti possono sbagliare, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, ma ad ogni azione corrisponde una conseguenza…
Garko si reputa “vittima” di una gogna mediatica, dove il suo nome riempie pagine di giornali, anche se si dice essere sereno.
L’attore non si è di certo mai risparmiato a possibili critiche, storie d’amore studiate a tavolino, e in ultimo basta pensare alle intercettazioni dei presunti soldi in nero che sembrerebbe aver ricevuto dalla cantante Anna Bettz.

Il desiderio di carriera e di arrivare ai propri obiettivi non è sempre sinonimo di compromessi, e se si decide di sottoscriverli si deve essere anche coscienti delle possibili conseguenze.
Tutti indistintamente,  hanno diritto a più possibiltà nella vita, e proiettarsi al futuro senza rapportarsi continuamente al passato e tutti sono contenti che la sua vita sia migliorata dopo essersi liberato dei fantasmi e dei “mostri” interni che celavano la sua libertà, ed è sicuramente un messaggio positivo per tanti.

Ma del resto questa “orda di Dotraki mediatici” che a detta del bel attore, si sono scagliati contro le sue azioni passate non sono nate dal nulla ma da una serie di avvenimenti che non a tutti sono piaciuti.
Il mondo va avanti, le persone migliorano e nessuno può permettersi di giudicare nessuno, ma questa moda di “vittimismo” , a volte pare prendere artificiali sfumature nella simulazione di buoni sentimenti, in un mondo dove la qualità nell’operare non è più di moda.