Luigi Busà a VERISSIMO parla del suo rapporto con il PADRE, dei suoi SACRIFICI e del BULLISMO vissuto da bambino.

——– Maria Vittoria CORASANITI —–

——- Una bellissima e commovente intervista quella di Luigi Busà, ai microfoni di “Verissimo”. Felice ed orgoglioso per la sua esperienza vissuta alle “Olimpiadi di Tokyo 2020”.

“Sono molto felice perché forse tu non lo sai, ma per il karatè era la prima edizione che partecipava ai giochi Olimpici, quindi l’aspettavamo da una vita, tutto il mondo del karatè. Io sono stato orgoglioso e onorato di rappresentare il karatè e, di aver vinto l’oro olimpico, quindi è stato un sogno per me, per la mia famiglia, ma soprattutto per tutto il mondo del karatè”.

Un video ripercorre la sua storia   fin da bambino, la promessa al padre di voler diventare il più forte. È stato proprio il padre ad essere il primo allenatore nonché cintura nera. A soli 19 anni, ha vinto il primo titolo mondiale,  nne vince un altro sei anni. È  stato  13 volte campione italiano, ha vinto 5 oro ai Campionati Europei. Si scopre che da bambino è stato bullizzato, lo prendevano in giro perché era un bambino in carne. Luigi non si è fatto scoraggiare e anzi si è impegnato a migliorare la sua personalità, il suo fisico, la sua performance nel karatè. Smettono di prenderlo in girotondi, e tutti lo iniziano a chiamare “il Gorilla d’Avola”. Il padre ha sempre creduto in lui, a 12 anni gli fa una promessa:

“Eravamo in cucina, avevo 12 anni e diciamo che papà, anche se ero bello cicciottello ha visto sempre del talento in me, ed ha sempre creduto in me. Mi disse in cucina: “guarda sei bravo, però se vuoi diventare il numero 1, devi seguirmi in tutto e per tutto”. Sai quelle parole sembravano facili, però il tutto e per tutto significavano tanti sacrifici perché per essere il numero 1  in uno sport, qualsiasi sport sia,  devi fare una scelta perché questa scelta la devi mantenere poi fino in fondo, perché ci sono tante distrazioni, soprattutto al giorno d’oggi ed è facile distrarsi. Invece tante rinunce, poi però quando adesso ho guardato questo filmato, un’ emozione bellissima, quindi sono grato sempre a papà, anzi lo sarò per tutta per tutta la vita”.

Il suo racconto sul bullismo:

“Io faccio parte di questo paese di Avola, cioè vengo da questo paese che io elogio sempre perché è paese sul mare, un popolo bellissimo, noi il popolo di Avola è fantastico, siamo una famiglia allargata. Peró sai i bambini non hanno pietà, quindi quando poi sei per strada e, sei cicciottello, sai se un po’ introverso, è difficile emergere in questi paesi qua no.   E e comunque sai quando facevamo i giochini per strada,  magari ti sceglievano per ultimo, o ti prendevano in giro,  mi chiamavano arancino  con i piedi.

Ora magari dico delle cose un po’ forti, io non mi sono mai sentito il bullizzato. Io voglio voglio essere accanto  a queste campagne che fanno però non dobbiamo prendere di mira solo i bulli, ma anche chi viene bullizzato, cioè  quindi io non ti posso dire sono stato bullizzato perché c’è una grande autostima dentr, dovuta a papà che magari  ho visto sempre come un uomo forte, mi ha trasmesso sempre forza.  Quindi mi faceva male essere preso in giro, però avevo un’autostima grande e quindi sono andato avanti. Nel senso io dentro di me rispondevo ai bulli e dicevo sì poi un giorno vedrete chi diventerò.

 Quindi io mi sto avvicinando molto alla campagna del bullismo, però voglio lavorare anche con le famiglie e con i ragazzi che vengono bullizzati . Si deve lavorare a far accrescere l’autostima di questi ragazzi qua, ok i bulli sono i primi che hanno bisogno perché sono i primi insicuri. Con le arti marziali, sia bulli che bullizzati possiamo dare una grande mano a questi bambini qua, che purtroppo il mondo è questo. Però noi che abbiamo più esperienza, io che l’ho vissuto e so come ci si sente a essere presi in giro, io guardo gli occhi di un bambino e lo capisco perché io l’ho provato”.

Non ne ha mai parlato a casa di questo problema, perché non voleva mostrare questo suo la parte fragile. Si è reso conto che però ha sbagliato, ed esortato tutti i ragazzi a parlare con i propri genitori nel momento in cui si ha una difficoltà, perché loro continueranno sempre ad amarli. Lui definisce il padre il suo eroe, un uomo un po’ burbero, che gli ha dato pochi abbracci. La Toffani gli ha chiesto se Luigi Busa è riuscito a recuperare:

“Si, riuscito, però devo dire che ho avuto un grande aiuto dal mio mental coach, che è Nicoletta che saluto tantissimo perché tante cose poi vai a lavorare sul profondo. C’è da dire che il rapporto con il papà, un papà maestro è bellissimo, ma nel frattempo è tanto difficile perché finisci l’allenamento, torni a casa e parli di karate, se non è andato bene torni a casa mentre mangi ne discuti. Diciamo che ho avuto più un maestro che un papà nella mia mente. Noi  figli diciamo che subito giudichiamo perché vogliamo che i nostri genitori siano perfetti ai nostri occhi, però se pensiamo il ruolo di genitore non  l’ha mai insegnato nessuno, quindi ci troviamo a pensare a noi stessi che nasce una creatura e da lì diventi papà o diventi mamma.

Ho imparato appunto tramite questo percorso fatto con Nicoletta che non si deve giudicare mai nessuno e, che loro sono sempre le persone che ti hanno messo al mondo e a prescindere devi amarli, è amore puro, non possiamo mai giudicarli i nostri genitori. Adesso invece c’è un bel rapporto perché ho avuto la forza e il coraggio di affrontare papà nel senso, Detto devo parlare a quattr’occhi, io c’ho timore, mio papà non sa, sai le mie prime cose pazze che ho fatto con gli amici, i primi i drink, le prime sigarettine perché io devo essere perfetto ai suoi occhi. Invece adesso ci ho parlato da uomo a uomo, non è una  cosa semplice, è  una cosa difficile però l’abbiamo fatto. Tre ore abbiamo parlato io e lui, ci siamo detti tutto e abbiamo adesso un rapporto speciale fatto da molti più abbracci, e tante risate. Sono  felice perché non era una cosa facile”.

Il padre di Luigi ha fatto una sorpresa al figlio, scrivendogli una lettera che ha letto Silvia Toffanin:

Nessuno avrebbe potuto capire il tuo impegno quando eri bimbo e avevi voglia solo di mangiare. Tu non volevi solo partecipare ad un gioco ma vincere. Tante volte avrei voluto dirti bravo, ma ho ritenuto che dovevo essere critico e ferreo. Così di fronte a tutti i premi che hai vinto, da padre avrei voluto abbracciarti, ma mi soffermavo a farti notare gli errori. Ma forse questo mio modo di fare ha fatto crescere la determinazione in te e ora ti dico: ce l’hai fatta campione, sono fiero di te, sei l’atleta migliore. Mi inchino come maestro e ti abbraccio come padre, insieme a te ho sudato. In questo viaggio meraviglioso non avrei potuto avere un alleato migliore”.

Le sorelle hanno lasciato un video messaggio:

Cristina:”Gigi ciao, io ho per te sono sempre stata la piccola di casa da difendere, da proteggere, e mi sento guardata ancora così tutt’oggi e non c’è cosa più bella. Sai te lo dico sempre che se avessi potuto scegliere non avrei chiesto fratello migliore. Quest’anno poi sei anche campione olimpico, quindi non potevo chiedere di meglio. Ti mando un grosso abbraccio, e un grande bacio, e siamo tutti orgogliosissimi di te e ti voglio tanto bene

Stephanie:”Ciao Lu, allora Io voglio che tu oggi ammetta a tutta l’Italia qual è la verità. Ovvero che tu da me le hai sempre prese, chiodi in testa, denti saltati, storie di abbandono dei genitori. Insomma io ti ho fatto piangere e quindi voglio che tutti gli italiani sappiano, che l’avversario più temibile nella tua carriera insomma chi è, alla fine rispondi tu. Ricordi meravigliosi a parte, io cosa posso dirti, sai quanto bene ti voglio, quanto io sia orgogliosa di te e di questo ragazzo straordinario che ha scritto la storia del karatè ma è rimasto sempre umile, vicino alla sua gente e  sta lì la tua grandezza. Lu ti abbraccio forte forte a presto

 Lorena:”Ciao Gigi, io invece ti volevo dire grazie per questi 5 anni di qualifica olimpica fatta insieme, perché ha rafforzato tanto il nostro rapporto. Oltre a vincere per te, hai vinto anche per me. Hai coronato il tuo sogno ma hai coronato pure il mio, sono tanto fiera di te. Ti ringrazio, ti voglio bene e ti mando un grande bacio