La giustizia ingiusta

— E’ il colpevole della morte dei giudici Giovanni Falcone e Rocco Chinnici e delle rispettive scorte, e’ il responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso dopo 2 anni di prigionia a soli 15 anni, ha commesso così tanti delitti, che non riesce nemmeno a ricordare i nomi di tutti. Da ieri Giovanni Brusca e’ una persona libera, ha pagato il suo debito con la giustizia con 25 anni di prigionia, pochi rispetto ai crimini commessi. Uno sconto di pena “guadagnato” collaborando con la giustizia, la stessa giustizia che ha calpestato, violato e disprezzato per anni.

La notizia della scarcerazione di uno dei più brutali e spietati boss di Cosa Nostra, ha fatto il giro di tutto il mondo, scatenando un’ondata incontenibile di indignazione. Lo “scannacristiani”, che oggi ha 64 anni, ha usufruito dei benefici previsti per i collaboratori di giustizia ritenuti “affidabili”. Sarebbe dovuto uscire nel 2022, ma grazie alla buona condotta ed ulteriori abbuoni, le porte del carcere si sono aperte in anticipo. 

Grazie alle sue dichiarazioni sono iniziati numerosi ed importanti procedimenti, spesso, però, le informazioni svelate sono state considerate parziali ed ambigue. Profonda e’ l’amarezza di vedere libero un criminale inumano e crudele, che ha rivelato pezzetti di verità, ed ha lasciato troppe domande senza risposta. A ciò si aggiungono i sospetti sul patrimonio, soldi macchiati di sangue, su cui si dubita che Brusca abbia fornito tutti i dettagli. 

La legge e’ legge, deve essere rispettata, ma a volte e’ difficile da accettare. Voluta anche da Falcone, forse necessita di qualche modifica, perché premia indistintamente i pentiti, anche quelli che si sono macchiati di stragi e crimini efferati e che collaborano, come in questo caso, lasciando tanti punti oscuri.   

Il pensiero va’ alle vite spezzate perché non si sono piegate ai meccanismi mafiosi, agli eroi di giustizia che hanno pagato cara l’inarrestabile lotta alla criminalità, ai familiari delle vittime sui cui volti sono evidenti i segni di una sofferenza incommensurabile, e alla giustizia che dovrebbe proteggere e punire, e non ferire ed abbandonare.