Il lavoro NOBILITA l’uomo
————- La moda di criticare i giovani, descrivendoli come dei gran fannulloni che non hanno voglia di lavorare e che pensano solamente a guadagnare soldi facilmente; sembra non volersi arrestare. Il profilo dell’italiano che si affaccia al mondo del lavoro, redatto da imprenditori di ultima generazione, descrive una massa di nullafacenti, che si sollazzano tra reddito di cittadinanza e video inutili e ridicoli su Tik Tok; nell’attesa di diventare dall’oggi al domani ricchi e famosi. Visto il livello dei nuovi “famosi” che aleggiano sui social ed in certi programmi televisivi, forse la speranza, per molti, ma non per tutti, non è poi così vana.
Ma quando si scava un pò a fondo, la realtà è ben diversa da come la descrivono questi imprenditori di successo dalla lezioncina facile. Nella vita reale, lontana dai proclami da prima pagina e dagli approcci della serie “nella vita bisogna sudarsele le cose”; il panorama lavorativo italiano è molto triste e deprimente. Il problema non è la riluttanza dei giovani a lavorare e sudare per portare a casa la pagnotta; ma le offerte di lavoro che rasentano la soglia dello schiavismo.
Le testimonianze parlano di turni infiniti, condizioni impossibili e stipendi da fame; dove la scelta è rimanere a casa e ricevere il reddito di cittadinanza o lavorare per la gloria, sottopagati, senza diritti e con tanti doveri non retribuiti. Il problema non è il RDC, ma le pretese dei datori di lavoro di assumere il candidato perfetto, per poi pagarlo una miseria.
Visto i tempi che corrono le domande, in sede di colloquio, sulle ferie, il pagamento degli straordinari, e “l’infima” retribuzione, sono più che legittime ed un sacrosanto diritto di qualsiasi candidato.
Quello che sfugge agli imprenditori è che il dipendente, non è un semplice numero, o una macchina da sfruttare fino all’ultimo respiro; ma un ingranaggio importante per il successo di qualsiasi attività. Un lavoratore contento si impegna di più e fa la differenza per il bene dell’azienda; una ricchezza inestimabile che pochi datori di lavoro capiscono e apprezzano. La tendenza di pretendere, senza gratificare e retribuire adeguatamente, toglie dignità e nobiltà al lavoro.