IL FAMOSO SENSO CIVICO

Dopo più di un anno di pandemia, mesi di lockdown, un’intera popolazione esausta dal gioco dei colori regionali, stremata dalla DAD, vittima della chiusura ad intermittenza, con diversi settori in ginocchio, il governo Draghi ha deciso di correre un rischio ragionato e calcolato.

La reazione del virologo Galli non si è fatta attendere, accusando il governo di avere fatto male i calcoli e bocciando la riapertura. Dal canto suo il premier ha deciso di affidarsi al rispetto delle regole ed al senso civico degli italiani, pressato dalle forze politiche e dalla disastrosa situazione economica del paese. 

Da una parte il governo ha sicuramente la colpa di procedere a tentoni, ignorando di studiare i casi di successo (basta andare alla voce Regno Unito), a ciò si aggiunge una deludente campagna vaccini e la ridicola beffa degli assembramenti sui trasporti pubblici e nei luoghi di lavoro.

Dall’altra il motivo per cui i diversi DPCM e le pesanti restrizioni non funzionano è proprio perché quel senso civico, a cui veniamo chiamati, è andato perso se non del tutto estinto. Il bene dell’individuo ha preso il sopravvento sul bene della collettività: I media sono pieni di notizie e video di feste e assembramenti clandestini, trasgressioni che poi nella maggior parte dei casi si sono trasformate in nuovi focolai. 

È sufficiente leggere le reazioni allo sfogo di Gassman, diventato il bersaglio delle frustrazioni e dell’odio della massa, per capire che si sta perdendo totalmente il concetto del bene comune. Invece che simbolo di uno sconforto generale contro i furbetti che a discapito dei molti continuano ad aggirare le leggi, l’attore è stato additato come delatore ed aggredito con insulti e minacce.

Il prolungarsi della mancanza di libertà e della pandemia sono le conseguenze dirette delle azioni di coloro che pensano che osservare le regole sia stupido. Non curanti di chi si ammala di isolamento, di chi stenta a rimanere a galla, di chi ha perso tutto, con menefreghismo mettono a rischio la salute degli altri e confermano che il senso civico sembra non appartenerci più.

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