IL DRAMMA della GUERRA in una FOTO

—– Si è aggiudicato il primo premio assoluto al Siena International Photo Awards 2021, lo scatto del fotografo turco Mehmet Aslan, che ritrae un bambino siriano di 5 anni, nato senza arti e immortalato sorridente con il padre, mutilato di una gamba.
Uno scatto simbolo delle tragedie del conflitto in Siria, un impatto emotivo forte e veritiero che raffigura la realtà del mondo, visionato dalla giuria fra migliaia di immagini inviate da fotografi di 163 Paesi.
Un dolore che non può non scaturire a chiunque veda questa immagine, una guerra che incide in modo irreparabile su una situazione familiare già gravosa.
La malformazione del piccolo è dovuta alla conseguenza dell’assunzione di farmaci da parte della madre, colpita da gas nervino, durante la guerra.
La durezza e la dolcezza di questa fotografia vanno di pari passo, insieme alla rabbia, con un messaggio ben preciso e incredibilmente forte, quello che amare è possibile sempre, che l’amore è più forte di qualsiasi assurdità la vita ti ponga davanti.
Un pugno allo stomaco, immaginando cosa deve aver provato quella madre che nonostante avesse già vissuto condizioni avverse per essere stata colpita dal gas, non ha rinunciato a dare alla luce il suo bambino, certa che l’amore avrebbe colmato questa grande difficoltà.
“Abbiamo cercato per anni di farci sentire per aiutare mio figlio con i trattamenti, faremo di tutto per dargli una vita migliore” ha detto in un’ intervista al Washington Post la signora Zeinab.
Una donna che ha subito la più atroce delle cattiverie che la guerra potesse crearle,
il dramma del suo bambino rappresenta la parte più debole nei conflitti, e il padre colpito da una bomba durante un attacco al mercato di Idlib, città nella Siria nordoccidentale, che gli ha portato via una gamba.
C’ era anche la moglie incinta in quel momento, che miracolosamente si è salvata ma che è stata colpita dal gas nervino riportando la necessità vitale di assumere dei forti farmaci che hanno leso in modo crudele il feto.Una famiglia devastata, ma che ha la forza di sorridere alla possibilità di essere ancora vivi e insieme, la possibilità di vivere che la guerra con le sue atrocità e i suoi atti crudeli e infimi, ha cercato di portargli via.
Una foto e una famiglia che arriva dritto al cuore del mondo, che racconta una tragedia che ancora non è finita, che dura da dieci anni e che provoca danni umanitari.
I bambini, che non hanno colpe di nulla, di come nascono e di dove vengono messi al mondo, ma avrebbero solo un unico diritto, quello di essere liberi di vivere la vita in modo sereno e spensierato.
Oltre due terzi dei bambini che hanno bisogno di aiuto e sostegno, mezzi e servizi specializzati sono affetti da disabilita gravi fisiche o mentali.
Ma il padre Munzir ha solo una unica preoccupazione, che gli sta a cuore più di ogni altra cosa, anche del fatto di non avere più una gamba, ed avere una menomazione di guerra, quella della felicità di suo figlio.
Farà di tutto per poter dare al piccolo bimbo delle protesi che gli permetteranno di condurre una vita normale, e di realizzare i suoi sogni, riportando l’attenzione del mondo sui bambini che come il suo soffrono le conseguenze durissime e peggiori di ogni conflitto sulla terra.
Guerre che minano il futuro del mondo, minando la vita dei bambini che lo rappresentano, e che ne fanno l’unica possibiltà della libertà dell’uomo.
Si è talmente abituati a guardare immagini ostentate, che non ci turbano o che ci sembrano normali nel mondo, che non pare neanche possibile una cosa simile, un sentimento di compassione che muove le emozioni più profonde.
Una forza e una voglia di vivere che dovremmo imparare ad avere tutti, smettendola di lamentarci per cose inutili, anche se in quel momento ci possono sembrare importanti.
Osserviamo come si guardano negli occhi padre e figlio in questa fotografia, sembra che nulla sia importante più, che attorno non stia accadendo nulla di atroce, che la guerra che hanno vissuto non li abbia scalfiti, perché la vita nonostante tutto gli ha donato la loro unione.